Intervista a Mårten Fjällström, leader del Partito Pirata di Svezia, a poche ore dalla chiusura delle urne. Mentre il centrodestra gongola e l’estrema destra si prepara ad entrare al Riksdag, i Pirati affilano le sciabole con un centrosinistra catatonico.
Tra poche ore i seggi elettorali chiuderanno i battenti ma i comizi e l’approfonimento politico non si ferma. Le elezioni svedesi di quest’anno, precedute da una campagna elettorale lunga e serrata, tengono con il fiato sospeso più di un partito. La sinistra rischia il fiasco più clamoroso degli ultimi cento anni mentre i sondaggi rivelano che l’allenza di centrodestra tra Moderati, Liberali, Democristiani e Centristi guidata dal Premier in carica Fredrik Reinfeldt garantisce buona tenuta. Come nel resto del Vecchio Continente, il blocco di centrosinistra, qui composto da Socialdemocratici, Verdi ed ex comunisti del Vänsterpartiet, riflette lo stato di torpore in cui versa tutta la sinistra europea mentre l’estrema destra si rafforza a vista d’occhio: i sondaggi danno infatti i nazionalisti Sverigedemokraterna di Jimmie Åkesson ben oltre il 4%. Insomma, centrodestra in vantaggio, l’estrema destra in netta crescita, un centrosinistra catatonico: niente che noi italiani non conosciamo perfettamente. Ma esiste anche un altro partito che mira a superare lo sbarramento: Il Piratpartiet, creato da Rick Falkvinge nel 2006, è il vero “underdog” sul campo di battaglia. I “Pirati” si battono per la totale depenalizzazione del file-sharing, per l’abolizione del copyright e per la protezione della privacy degli internauti. Sono fermamente convinti di entrare in Parlamento a questa tornata elettorale anche se nessun sondaggio nazionale neanche li prende in carica. Abbiamo incontrato Mårten Fjällström, 32 anni, segretario del Piratpartiet.
Quattro anni fa Falkvinge affermava che i partiti maggiori vi ignoravano totalmente. Cosa è cambiato soprattutto alla luce del 7% alle Europee del 2009?
Niente. Continuano a ignorarci anche se le nostre tematiche sono care a molti, soprattutto ai giovani, tecnologicamente avanzati e cosmopoliti. Le Europee sono state un trionfo da cui abbiamo guadagnato due Europarlamentari. Nonostante tutto, quest’anno non siamo stati invitati neanche ad un dibattito.
Alle amministrative si vota con il cuore mentre alle politiche di strategia. Il vostro programma è un po’ limitato. Non era meglio confluire in una delle due coalizioni?
Sì è vero, il nostro programma non è ampio. Abbiamo cercato di applicare i nostri principi fondativi ai temi del lavoro, immigrazione e istruzione ma l’abolizione del copyright e la protezione totale della privacy resteranno per sempre i nostri cavalli di battaglia. Strategicamente sarebbe stato un vantaggio far parte di una delle due coalizioni ma nessuno dei partiti maggiori ha deciso di prendere in carica le nostre istanze. Corriamo da soli perché non vogliamo snaturarci. Neanche i media mainstream ci hanno riservato un trattamento dignitoso per questo rischiamo che i nostri elettori abbiano paura di buttare via il loro voto. Se a una delle coalizioni dovessero mancare due o tre punti fondamentali che nessuno venga ad accusarci di aver eroso i loro voti.
Insomma, i Pirati stanno alla Svezia come i Grillini stanno al Bel Paese.
Anna Troberg, vicepresidente del partito, è ottimista. “Passeremo e inizieremo subito a lavorare per l’abolizione della legge-FRA (varata l’anno scorso dal Förvarets Radioanstalt, l’Autorità per la Sicurezza Informatica, n.d.r) per cui tutte le comunicazioni telematiche entro i confini svedesi sono monitorate e conservate per 18 mesi. È inaccettabile.”
I vostri server ospitano il sito Wikileaks che ha pubblicato dati segreti del Pentagono sulla guerra in Afghanistan. Il fondatore Julian Assange è ora accusato di stupro. Non avete paura che questo abbia una qualche ripercussione sull’immagine del partito?
No, penso che gli elettori abbiano compreso che proteggiamo Wikileaks perché solo la libera circolazione di informazioni porta alla vera democrazia. L’organizzazione di Assange ha una missione che noi condividiamo e abbiamo offerto loro protezione perché sappiamo che organizzare un blitz nei locali di un partito politico è più controverso e complesso che attaccare un’organizzazione civile. Ma la vita privata di Julian non ha niente a che vedere con le elezioni e gli svedesi lo sanno, o almeno speriamo.
Non ho potuto fare a meno di notare che non avete un quartier generale a Stoccolma. Dove sarete stasera per l’election night?
Abbiamo affittato un pub in periferia e da lì saremo in collegamento con gli altri Partiti Pirata sparsi per il mondo. Siamo gli apripista di un movimento che molto presto investirà tutta l’Europa. Abbiamo solo bisogno di tempo.